Acacia
(Robinia pseudoacacia )
Simbologia ed utilizzo in magia
L'Acacia a cui ci riferiamo è la Robinia pseudoacacia o acacia comune - da non confondere con l'"acacia leguminosa" simile alla nostra mimosa.
Nell'antico Herbario di Castore Durante, il famoso testo di erbe medicinali del 1585 a proposito dell'Acacia leggiamo:
"Ambustis prodest, oculisque, acacia, sacroque igni..."
(Giova alle scottature l'acacia, ed agli occhi, ed al sacro fuoco).
Il suo tipico colore verde, simbolo della esistenza e della vita, ne fa il simbolo dell'immortalità e dell’incorruttibilità. Nell’antichità era considerato anche simbolo del legame tra il visibile e l’invisibile.
Le virtù di questa pianta sono molte. Pianta dal legno durissimo, che cresce spontaneamente rigogliosa. Basta tagliarne un ramo ed piantarlo per terra perché questa metta radici e cresca; le sue profonde radici le permettono di crescere anche nei terreni più aridi.
Tra le varie etimologie proposte per la parola, quella dal greco a-kakon allude all'assenza della malvagità, all'innocenza.
L'Acacia è sicuramente un simbolo esoterico particolarmente importante e come altri simboli esoterici è stato inglobato anche nei rituali della massoneria, dove è associato al concetto di immortalità in grado di Maestro.
L'origine di questo simbolo è legata al mito di Hiram, l'architetto del Tempio di Gerusalemme. Secondo la leggenda, 3 Compagni domandarono a Hiram, di metterli a conoscenza della parola segreta dei Maestri. Hiram si rifiutò e i tre lo uccisero con un colpo di squadra, uno di riga e uno di martello. Gli assassini nascosero il cadavere di Hiram sotto un ramo di acacia che germogliando ne rivelò la presenza ai Maestri che lo ricercano e permise loro di identificare i Compagni che lo uccisero. L'Acacia simboleggiava al tempo stesso la rinascita a nuova vita di Hiram.
L’Acacia è l'emblema dell’iniziato che esce dalla bara di Osiride per trasformarsi in Horus; dell’Agnello di Dio (Cristo) che resuscita; della resurrezione (morte e rinascita) che ogni uomo dovrebbe operare in sé superando i vizi e le passioni umane. E' anche simbolo della sicurezza e della certezza, poiché la morte simbolica di Hiram, come quella di Osiride e di Cristo, non rappresenta il disfacimento dell’essere, ma una trasformazione che conduce alla Luce, simboleggiata anche dal colore giallo dei suoi fiori.
Anche l’Arca dell’Alleanza fu costruita con legno di Acacia. Nell'Antico Testamento, nel libro dell'Esodo, si legge che:
"Besalcel fece l'Arca di legno di acacia, lunga due cubiti e mezzo, larga e alta un cubito e mezzo. La ricoprì d'oro puro di dentro e di fuori e le fece intorno una corona d'ora".
E più avanti:
"Preparò due stanghe di legno di acacia e le ricoprì d'oro e le fece passare negli anelli ai lati dell'Arca, per poterla portare".
Ed ancora:
"Fece pure la mensa di legno di acacia, lunga due cubiti, larga un cubito e alta un cubito e mezzo; la ricoprì di oro puro e le fece un bordo d'oro all'intorno... Fece anche le stanghe di legno di acacia per portare la mensa e le ricoprì d'oro".
Secondo la leggenda, il roveto ardente attraverso il quale Dio si presentò a Mosè, era un'Acacia.
Per gli Ebrei il legno di acacia ("shittah"), era un legno incorruttibile, l'unico degno di contenere le Tavole della Legge, ossia il patto fra Dio e l'uomo, e con il quale era anche costruito il Tabernacolo e l'Altare.
Ma il simbolismo dell'acacia è ancora più antico e si perde nella notte dei tempi.
Troviamo riferimenti all'albero dell'Acacia anche nelle antichissime iscrizioni sacre sulle tavolette di argilla scoperte a Nippur in Babilonia.
Gli antichi Egizi tributavano all'acacia onori divini ed un esempio emblematico lo si ritrova nel culto di Osiride.
Per loro l’Acacia era l’albero che dall’ignoranza portava alla conoscenza. l’Acacia è una pianta solare, emblema di Neit, rappresentazione della rinascita, dell'immortalità, d'iniziazione e d'innocenza. Alcuni papiri, che narravano la nascita di dei, li ponevano sotto all’Acacia. Nel mito osirideo Iside ritrovato il corpo di Osiride, che era stato ucciso dal fratello Seth e fatto in pezzi, le ricompone in una bara di legno d'acacia facendolo rivivere.
Questo mito si ritrova nei rituali iniziatici dove la morte non rappresenta il disfacimento dell'essere ma una trasformazione che conduce alla Luce, così come il ramoscello di Acacia che germogliando dal disfacimento organico della terra si innalza rigoglioso rifiorendo con i suoi profumati fiori gialli ("le grandi ciocche dell'acacia" come disse il massone Giovanni Pascoli), simbolo di luce.
Nell'antichità i fuochi sacri venivano fatti con il legno di acacia e di Acacia erano fatte le pire sulle quali, venivano cremati i corpi dei re e dei sacerdoti.
Il poeta inglese massone Shelley nel suo romantico entusiasmo per gli ideali di libertà di tutti i popoli, partecipò ai moti carbonari italiani del 1821. L'anno successivo mentre viaggiava in nave da Genova a Livorno per andare a trovare l'amico massone Byron, , fu colto da un'improvvisa tempesta che affondò la nave. Il suo corpo fu trovato a Viareggio dove, sulla spiaggia, Byron volle che il corpo fosse arso con rituale massonico su una pira di legno di acacia.
Il massone Giuseppe Garibaldi, con disposizione testamentaria, aveva stabilito che il suo corpo venisse cremato su una pira di acacia. Nel giugno del 1882, alla sua morte, nel suo discorso funebre tenuto dal massone Giosuè Carducci, egli intravide la "osirificazione" del Gran Maestro della Massoneria Italiana Giuseppe Garibaldi nella sua volontà di "passare per l'ultima volta attraverso il fuoco":
"Nei tempi omerici della Grecia, intorno ai roghi degli eroi si aggiravano i compagni d'arme e di patria, gettando alle fiamme quelle cose che ciascuno aveva più care; alcuni sacrificavano anche i cavalli, altri gli schiavi e fino se stessi. Io non chieggo tanto agli Italiani; io voglio che i partiti vivano perché sono la ragione della libertà. Ma vorrei che i partiti... intorno alla pira che fumerà sul mare gittassero non le cose loro più care ma tutto quello che hanno di più tristo".
Come sappiamo, il desiderio di Garibaldi non venne rispettato perché il Governo decise, suscitando la fiera protesta di Carducci, che il corpo venisse imbalsamato e seppellito a Caprera.
Le tante qualità botaniche, simboliche, mitiche e archetipali dell'Acacia sintetizzano il valore dell'Opera, per la sua vitalità, il suo vigore, la solidità del suo legno, la profondità delle sue radici, la gentilezza del suo fogliame, la fragranza delicata dei suoi fiori.
L'Acacia a cui ci riferiamo è la Robinia pseudoacacia o acacia comune - da non confondere con l'"acacia leguminosa" simile alla nostra mimosa.
Nell'antico Herbario di Castore Durante, il famoso testo di erbe medicinali del 1585 a proposito dell'Acacia leggiamo:
"Ambustis prodest, oculisque, acacia, sacroque igni..."
(Giova alle scottature l'acacia, ed agli occhi, ed al sacro fuoco).
Il suo tipico colore verde, simbolo della esistenza e della vita, ne fa il simbolo dell'immortalità e dell’incorruttibilità. Nell’antichità era considerato anche simbolo del legame tra il visibile e l’invisibile.
Le virtù di questa pianta sono molte. Pianta dal legno durissimo, che cresce spontaneamente rigogliosa. Basta tagliarne un ramo ed piantarlo per terra perché questa metta radici e cresca; le sue profonde radici le permettono di crescere anche nei terreni più aridi.
Tra le varie etimologie proposte per la parola, quella dal greco a-kakon allude all'assenza della malvagità, all'innocenza.
L'Acacia è sicuramente un simbolo esoterico particolarmente importante e come altri simboli esoterici è stato inglobato anche nei rituali della massoneria, dove è associato al concetto di immortalità in grado di Maestro.
L'origine di questo simbolo è legata al mito di Hiram, l'architetto del Tempio di Gerusalemme. Secondo la leggenda, 3 Compagni domandarono a Hiram, di metterli a conoscenza della parola segreta dei Maestri. Hiram si rifiutò e i tre lo uccisero con un colpo di squadra, uno di riga e uno di martello. Gli assassini nascosero il cadavere di Hiram sotto un ramo di acacia che germogliando ne rivelò la presenza ai Maestri che lo ricercano e permise loro di identificare i Compagni che lo uccisero. L'Acacia simboleggiava al tempo stesso la rinascita a nuova vita di Hiram.
L’Acacia è l'emblema dell’iniziato che esce dalla bara di Osiride per trasformarsi in Horus; dell’Agnello di Dio (Cristo) che resuscita; della resurrezione (morte e rinascita) che ogni uomo dovrebbe operare in sé superando i vizi e le passioni umane. E' anche simbolo della sicurezza e della certezza, poiché la morte simbolica di Hiram, come quella di Osiride e di Cristo, non rappresenta il disfacimento dell’essere, ma una trasformazione che conduce alla Luce, simboleggiata anche dal colore giallo dei suoi fiori.
Anche l’Arca dell’Alleanza fu costruita con legno di Acacia. Nell'Antico Testamento, nel libro dell'Esodo, si legge che:
"Besalcel fece l'Arca di legno di acacia, lunga due cubiti e mezzo, larga e alta un cubito e mezzo. La ricoprì d'oro puro di dentro e di fuori e le fece intorno una corona d'ora".
E più avanti:
"Preparò due stanghe di legno di acacia e le ricoprì d'oro e le fece passare negli anelli ai lati dell'Arca, per poterla portare".
Ed ancora:
"Fece pure la mensa di legno di acacia, lunga due cubiti, larga un cubito e alta un cubito e mezzo; la ricoprì di oro puro e le fece un bordo d'oro all'intorno... Fece anche le stanghe di legno di acacia per portare la mensa e le ricoprì d'oro".
Secondo la leggenda, il roveto ardente attraverso il quale Dio si presentò a Mosè, era un'Acacia.
Per gli Ebrei il legno di acacia ("shittah"), era un legno incorruttibile, l'unico degno di contenere le Tavole della Legge, ossia il patto fra Dio e l'uomo, e con il quale era anche costruito il Tabernacolo e l'Altare.
Ma il simbolismo dell'acacia è ancora più antico e si perde nella notte dei tempi.
Troviamo riferimenti all'albero dell'Acacia anche nelle antichissime iscrizioni sacre sulle tavolette di argilla scoperte a Nippur in Babilonia.
Gli antichi Egizi tributavano all'acacia onori divini ed un esempio emblematico lo si ritrova nel culto di Osiride.
Per loro l’Acacia era l’albero che dall’ignoranza portava alla conoscenza. l’Acacia è una pianta solare, emblema di Neit, rappresentazione della rinascita, dell'immortalità, d'iniziazione e d'innocenza. Alcuni papiri, che narravano la nascita di dei, li ponevano sotto all’Acacia. Nel mito osirideo Iside ritrovato il corpo di Osiride, che era stato ucciso dal fratello Seth e fatto in pezzi, le ricompone in una bara di legno d'acacia facendolo rivivere.
Questo mito si ritrova nei rituali iniziatici dove la morte non rappresenta il disfacimento dell'essere ma una trasformazione che conduce alla Luce, così come il ramoscello di Acacia che germogliando dal disfacimento organico della terra si innalza rigoglioso rifiorendo con i suoi profumati fiori gialli ("le grandi ciocche dell'acacia" come disse il massone Giovanni Pascoli), simbolo di luce.
Nell'antichità i fuochi sacri venivano fatti con il legno di acacia e di Acacia erano fatte le pire sulle quali, venivano cremati i corpi dei re e dei sacerdoti.
Il poeta inglese massone Shelley nel suo romantico entusiasmo per gli ideali di libertà di tutti i popoli, partecipò ai moti carbonari italiani del 1821. L'anno successivo mentre viaggiava in nave da Genova a Livorno per andare a trovare l'amico massone Byron, , fu colto da un'improvvisa tempesta che affondò la nave. Il suo corpo fu trovato a Viareggio dove, sulla spiaggia, Byron volle che il corpo fosse arso con rituale massonico su una pira di legno di acacia.
Il massone Giuseppe Garibaldi, con disposizione testamentaria, aveva stabilito che il suo corpo venisse cremato su una pira di acacia. Nel giugno del 1882, alla sua morte, nel suo discorso funebre tenuto dal massone Giosuè Carducci, egli intravide la "osirificazione" del Gran Maestro della Massoneria Italiana Giuseppe Garibaldi nella sua volontà di "passare per l'ultima volta attraverso il fuoco":
"Nei tempi omerici della Grecia, intorno ai roghi degli eroi si aggiravano i compagni d'arme e di patria, gettando alle fiamme quelle cose che ciascuno aveva più care; alcuni sacrificavano anche i cavalli, altri gli schiavi e fino se stessi. Io non chieggo tanto agli Italiani; io voglio che i partiti vivano perché sono la ragione della libertà. Ma vorrei che i partiti... intorno alla pira che fumerà sul mare gittassero non le cose loro più care ma tutto quello che hanno di più tristo".
Come sappiamo, il desiderio di Garibaldi non venne rispettato perché il Governo decise, suscitando la fiera protesta di Carducci, che il corpo venisse imbalsamato e seppellito a Caprera.
Le tante qualità botaniche, simboliche, mitiche e archetipali dell'Acacia sintetizzano il valore dell'Opera, per la sua vitalità, il suo vigore, la solidità del suo legno, la profondità delle sue radici, la gentilezza del suo fogliame, la fragranza delicata dei suoi fiori.
Proprietà e uso officinale
L’acacia (Robinia pseudoacacia) è una pianta officinale della famiglia delle Fabacee dalle spiccate proprietà curative. Grazie alla sua azione astringente, antisettica e antinfiammatoria, l'acacia è usata contro le dispepsie accompagnate da diarrea e nelle enteriti.
Proprietà e benefici dell’Acacia
L’acacia ha le seguenti proprietà: astringente, antisettica e antinfiammatoria. Tali proprietà sono conferite dalla presenza di principi attivi quali tannini catechici, flavonoidi e derivati flavanici e mucillagini.
L’acacia viene prescritta nel trattamento delle dispepsie accompagnate da diarrea, nelle enteriti e come espettorante balsamico nelle forme catarrali a carico dell'apparato respiratorio.
Per uso esterno, l’acacia viene usata, invece, per curare gengiviti, stomatiti, faringiti. La presenza di catecolo e di quercetina conferiscono proprietà vitaminoP-simili che possono giustificarne l'impiego topico volto a lenire le mucose infiammate.
Modalità d’uso
L’impiego dell’acacia è tipicamente farmaceutico, in quanto viene utilizzata per la produzione di emulsioni e di compresse. Tuttavia, si può adoperare anche come rimedio fitoterapico per la sua azione astringente, antisettica e antinfiammatoria.
L'acacia, essendo una pianta altamente nettarifera, ha anche una grande importanza nell'apicoltura. Il miele d’acacia è infatti tra i più conosciuti ed apprezzati.
Alla base del gradimento che riscuote tra i consumatori sono il suo colore chiaro, il fatto che rimane liquido indipendentemente dalla temperatura, il suo odore leggero, il suo sapore delicato e la sua bassissima acidità; nessun altro miele monoflora possiede contemporaneamente tutte queste qualità.
Inoltre esso ha un alto contenuto in fruttosio (è per questo che non cristallizza). Ha però un basso contenuto di sali minerali e di enzimi. Il miele di acacia contiene grandi quantità di crisina, potente flavonoide.
Tra i vari usi che si possono fare dell’acacia si ha la tosse con catarro, digestione difficile, diarrea. Per uso esterno, si usa in caso di gengiviti, stomatiti, alitosi, mal di gola.
Controindicazione dell’Acacia
L’acacia non presenta effetti secondari e tossici alle dosi terapeutiche, a meno che non vi sia una particolare sensibilità individuale.
Eventuali effetti collaterali (irritazione gastrica e interazioni farmacologiche) sono dovuti alla presenza dei tannini.
Descrizione della pianta
L’acacia (Robinia pseudoacacia) è una pianta della famiglia delle Fabacee, dette anche Leguminose, originaria dell'America del Norde naturalizzata in Europa e in altri continenti.
L’acacia è una pianta con portamento arboreo (alta fino a 25 metri). La corteccia è di colore marrone chiaro e molto rugosa. Le foglie sono imparipennate, aperte di giorno mentre la notte tendono a sovrapporsi.
I fiori sono bianchi o crema, riuniti in grappoli pendenti di profumo molto gradevole. Si ha la presenza di numerose spine, lunghe e solide, sui rami più giovani.
Habitat dell’Acacia
L'area di distribuzione dell’acacia si estende dal sud dell'Himalaya (Pakistan, India) alla Birmania e alla Tailandia. Fra le numerose qualità, la più pregiata risulta il Catecù di Bombay.
L’acacia preferisce un terreno asciutto e ben drenato non calcareo, posizione in pieno sole riparata dai venti freddi; nelle località a clima freddo si possono coltivare in vaso per poterle riparare in locali idonei nei mesi invernali.
Cenni storici
Il nome dell’acacia deriva dal greco akakia, candore e innocenza, probabilmente in riferimento ai suoi fiori. Poiché resiste al disseccamento, è simbolo di immortalità. In Medio Oriente è segno di buon auspicio.
L’acacia (Robinia pseudoacacia) è una pianta officinale della famiglia delle Fabacee dalle spiccate proprietà curative. Grazie alla sua azione astringente, antisettica e antinfiammatoria, l'acacia è usata contro le dispepsie accompagnate da diarrea e nelle enteriti.
Proprietà e benefici dell’Acacia
L’acacia ha le seguenti proprietà: astringente, antisettica e antinfiammatoria. Tali proprietà sono conferite dalla presenza di principi attivi quali tannini catechici, flavonoidi e derivati flavanici e mucillagini.
L’acacia viene prescritta nel trattamento delle dispepsie accompagnate da diarrea, nelle enteriti e come espettorante balsamico nelle forme catarrali a carico dell'apparato respiratorio.
Per uso esterno, l’acacia viene usata, invece, per curare gengiviti, stomatiti, faringiti. La presenza di catecolo e di quercetina conferiscono proprietà vitaminoP-simili che possono giustificarne l'impiego topico volto a lenire le mucose infiammate.
Modalità d’uso
L’impiego dell’acacia è tipicamente farmaceutico, in quanto viene utilizzata per la produzione di emulsioni e di compresse. Tuttavia, si può adoperare anche come rimedio fitoterapico per la sua azione astringente, antisettica e antinfiammatoria.
L'acacia, essendo una pianta altamente nettarifera, ha anche una grande importanza nell'apicoltura. Il miele d’acacia è infatti tra i più conosciuti ed apprezzati.
Alla base del gradimento che riscuote tra i consumatori sono il suo colore chiaro, il fatto che rimane liquido indipendentemente dalla temperatura, il suo odore leggero, il suo sapore delicato e la sua bassissima acidità; nessun altro miele monoflora possiede contemporaneamente tutte queste qualità.
Inoltre esso ha un alto contenuto in fruttosio (è per questo che non cristallizza). Ha però un basso contenuto di sali minerali e di enzimi. Il miele di acacia contiene grandi quantità di crisina, potente flavonoide.
Tra i vari usi che si possono fare dell’acacia si ha la tosse con catarro, digestione difficile, diarrea. Per uso esterno, si usa in caso di gengiviti, stomatiti, alitosi, mal di gola.
Controindicazione dell’Acacia
L’acacia non presenta effetti secondari e tossici alle dosi terapeutiche, a meno che non vi sia una particolare sensibilità individuale.
Eventuali effetti collaterali (irritazione gastrica e interazioni farmacologiche) sono dovuti alla presenza dei tannini.
Descrizione della pianta
L’acacia (Robinia pseudoacacia) è una pianta della famiglia delle Fabacee, dette anche Leguminose, originaria dell'America del Norde naturalizzata in Europa e in altri continenti.
L’acacia è una pianta con portamento arboreo (alta fino a 25 metri). La corteccia è di colore marrone chiaro e molto rugosa. Le foglie sono imparipennate, aperte di giorno mentre la notte tendono a sovrapporsi.
I fiori sono bianchi o crema, riuniti in grappoli pendenti di profumo molto gradevole. Si ha la presenza di numerose spine, lunghe e solide, sui rami più giovani.
Habitat dell’Acacia
L'area di distribuzione dell’acacia si estende dal sud dell'Himalaya (Pakistan, India) alla Birmania e alla Tailandia. Fra le numerose qualità, la più pregiata risulta il Catecù di Bombay.
L’acacia preferisce un terreno asciutto e ben drenato non calcareo, posizione in pieno sole riparata dai venti freddi; nelle località a clima freddo si possono coltivare in vaso per poterle riparare in locali idonei nei mesi invernali.
Cenni storici
Il nome dell’acacia deriva dal greco akakia, candore e innocenza, probabilmente in riferimento ai suoi fiori. Poiché resiste al disseccamento, è simbolo di immortalità. In Medio Oriente è segno di buon auspicio.